CONTATTO CON UN POSITIVO COVID19, COSA FARE

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CONTATTO CON UN POSITIVO COVID19, COSA FARE

CONTATTO CON UN POSITIVO COVID19, COSA FARE

  • 05/11/2020

HO AVUTO UN CONTATTO CON UN POSITIVO, COSA FARE?

Siamo immersi in un mare di confusione e molti si chiedono come comportarsi quando hanno avuto a che fare con una persona che poi è risultata malata di Coronavirus; è bene ricordarsi che entrare in contatto con una persona positiva non significa automaticamente essere a propria volta contagiati.
Ecco alcune indicazioni per orientarsi.

Il Ministero della Salute ha definito “Contatto stretto” la persona che si trova in una situazione di “esposizione ad alto rischio” ad un caso confermato di COVID19.
Solo in questa condizione vi è una reale possibilità di essere contagiati.
Ecco alcuni esempi di alto rischio di contagio:

- una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19

- una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano, un abbraccio)

- una persona che ha avuto un contatto ravvicinato, a meno di 2 mt, senza mascherina, per più di 15 minuti, nelle 48 ore precedenti la comparsa dei sintomi del caso positivo confermato (o, se asintomatici, nelle 48 ore precedenti la data dell’effettuazione del tampone risultato positivo).

- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa) con un caso COVID-19 in assenza di protezione idonea (mascherina, DPI)

Un concetto da sottolineare è che una persona viene considerata infettiva dalle 48 ore prima della comparsa dei sintomi, per cui ad esempio se lunedì ho visto per l’ultima volta un parente/amico, che ha iniziato a star male dal giovedì successivo, si considera che questo non sia stato un contatto a rischio.

COSA DEVO FARE SE HO AVUTO UN CONTATTO “STRETTO”?

1) Rimango in isolamento da tutti, anche dai miei familiari (in camera da soli, bagno a parte se possibile, mascherina se incontro brevemente un familiare, pasti in orari differenziati)
2) Avviso il mio medico
3) Se compaiono sintomi durante il periodo di isolamento devo avvertire nuovamente il mio medico che disporrà le misure più adeguate.

Cosa fa il medico in questa situazione di contatto?
Verifica se si tratta di contatto stretto, manda segnalazione al Servizio prevenzione dell’USL e deve applicare ai contatti stretti di un caso COVID-19 le procedure di isolamento previste dalle disposizioni vigenti:
- A) un periodo di quarantena con sorveglianza attiva di 10 giorni dall’ultima esposizione (7 per i vaccinati con ciclo completo) al termine dei quali si farà un tampone di controllo.
Se questo risulta negativo si considera che non vi sia stato contagio e la persona puo’ riprendere le normali attività.
- B) oppure un periodo di quarantena con sorveglianza attiva di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso

(sorveglianza attiva= comunicazione costante con il medico e i servizi USL)

Se sono asintomatico non è generalmente utile fare un tampone immediatamente: ci sono buone possibilità che risulti negativo perché la malattia non ha ancora avuto il tempo di “svilupparsi”.
Solo nelle comunità o in contesti lavorativi particolari o gruppi familiari sarebbe previsto un tampone subito, appena possibile (per escludere eventuali asintomatici positivi) ed uno alla fine della quarantena.
Nel caso, invece, che a fine quarantena, dopo aver effettuato il tampone, risultassi POSITIVO, non sono più considerato un “CONTATTO” ma divento un CASO COVID19.

COSA DEVO FARE SE INVECE SONO UN CONTATTO “NON STRETTO”?
(caso molto frequente)

- Se sono un CONTATTO del CONTATTO, cioè se ho avuto un contatto stretto con una persona che ha avuto contatto stretto con un positivo > non devo fare nulla di personale.
Devo informarmi sulle condizioni della persona con cui ho avuto contatto e qualora questa persona, durante la sua quarantena, diventi un positivo dovrò avvisare il mio medico

Esempio: se un mio collega di lavoro, con cui sono uscito a pranzo, avendo avuto un contatto stretto con un positivo viene messo in quarantena, io non devo fare nulla se non informarmi di come sta il mio collega.
Nel caso di conviventi: se uno della mia abitazione ha avuto un contatto stretto con un positivo e deve stare in quarantena, io e gli altri membri della famiglia non abbiamo invece obblighi legali di alcun tipo, ma dobbiamo provvedere che il convivente in quarantena mantenga l’isolamento adeguato.

- Se sono un contatto (non convivente) di un positivo ma il contatto non protetto, senza mascherina, è avvenuto PRIMA DELLE 48 ORE PRECEDENTI LA COMPARSA DEI SINTOMI del CASO POSITIVO (esempio 3-4 giorni prima) > non devo fare nulla, non c’è alcun rischio.

In tutti gli altri casi dubbi e non descritti meglio contattare il mio medico curante

E’ bene ricordare che dovremmo cercare di comportarci tutti sempre come fossimo positivi e metterci in condizione di non trasmettere la patologia agli altri, usando la mascherina, mantenendo il distanziamento, lavandosi le mani.

Preoccupiamoci di non trasmettere il virus più che di non prenderlo!